Sugli effetti avversi - TG Regionale Lazio: sgomento del presentatore ma succesivamente Il Dr. Fernando "ritratta" (leggi descrizione)
Raccolta Pandemia in Italia
TGR sui effetti avversi dei vaccini... ma poi in una intervista resasi necessaria...
Dopo il video apparso sul TGR Lazio, a seguito di alcune osservazioni e richieste di approfondimento pervenute in questi giorni abbiamo ritenuto opportuno intervistare il Dott. Fernando Lunedi per consentirgli, con il dovuto spazio di argomentazione, un utile chiarimento in merito alle sue posizioni sul Long Covid.
Qui l'articolo completo -> https://gruppoini.it/il-dr-fernando-lunedi-precisa-le-sue-affermazioni-sul-long-covid/?fbclid=IwAR0Wn3pgtZKSYmiVXXGc2UvNwHXlORshNQ09qOkSrhhl79orxp9Ma3ftoWc
Lei è vaccinato?
Sì, certamente. Convintamente vaccinato, aggiungerei
In una sua recente intervista ha parlato di una possibile correlazione tra i pazienti trattati nel suo Centro per il Long Covid in relazione alla vaccinazione. Vuole spiegarcelo meglio?
Si tratta di un tema vasto su cui la letteratura internazionale sta studiando e che ci accomuna a tutti i maggiori centri italiani nel dire che ancora molto c’è da comprendere e studiare sull’ argomento. Ad oggi non c’è uno studio che dimostri correlazione tra vaccini e long covid. Nel nostro campione e nella nostra ricerca la cui base è clinico-osservazionale precisiamo ancora una volta che non è certamente il vaccino a generare nè a complicare il long covid. Così come il vaccino non sembra avere una funzione totalmente preventiva sul long covid stesso, cioè ci sono pazienti vaccinati con long covid. Bisogna evitare ogni strumentalizzazione e rimanere clinicamente solo sui dati a nostra disposizione. In relazione all’intervista succitata possiamo precisare alcuni dati: statisticamente parlando, il campione dei miei pazienti è prettamente un campione “vaccinato”, rispondente alla stratificazione della popolazione generale. Ricordiamo che la campagna vaccinale ha coperto oltre il 90% della popolazione (https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/) . Va da sé che i pazienti afferiti al centro Long Covid fossero in larghissima parte vaccinati. E’ opportuno quindi ribadire che l’analisi clinico-osservazionale condotta è basata su dati raccolti su un campione numericamente importante ma casuale (cioè formato da pazienti che si sono rivolti al nostro centro per necessità), non strutturato ad hoc per una valutazione specifica sulla correlazione long covid-vaccini. Come anticipato, la letteratura sta iniziando a documentare studi mettendo in relazione la sindrome da Long Covid con il vaccino usato. Ci riferiamo nella maggior parte dei casi ad una relazione positiva e migliorativa, dove in accordo con la letteratura internazionale, abbiamo visto il vaccino migliorare i sintomi di long covid nel paziente. Abbiamo seguito, e stiamo ancora seguendo, cinque pazienti in cui l’infezione da covid misconosciuta e asintomatica, associata all’inoculazione ravvicinata di vaccino solitamente nelle 48 h precedenti o successive all’inoculazione (in tre casi su cinque come esemplificato nell’intervista in etero-somministrazione) ha determinato un andamento più subdolo e cronicizzante della sindrome. Sono casi largamente minoritari da un punto di vista puramente statistico nel campione da me curato, ma stiamo parliamo di persone, non di numeri, e pertanto l’aspetto che mi preme sottolineare è che c’è ancora molto da studiare e approfondire. Si tratta di casi che sarà interessante continuare a monitorare in ottica di raggiungere risultati di coerenza interna allo studio e che possano avere risvolti utili per la medicina soprattutto in ottica di prevenzione per il presente e per il futuro. Per ritornare a un concetto che ho espresso più volte, esistono tanti long covid quanti sono i pazienti: ognuno di loro ha pari dignità e ogni caso meriterebbe studi e approfondimenti. Per sintetizzare il mio pensiero, sposo a pieno le parole pronunciate recentemente da Hans Kluge, direttore di Oms Europa, parlando dal 72esimo Comitato regionale dell’agenzia riunito a Tel Aviv, in Israele: “Anche se c’è ancora molto da imparare sul Long Covid, in particolare su come si presenta nelle popolazioni vaccinate rispetto alle non vaccinate e su come influisce sulle reinfezioni questi dati evidenziano l’urgente necessità di ulteriori analisi, di più investimenti e di un maggiore sostegno ai pazienti.”
Quindi se abbiamo capito bene dottore, il vaccino non peggiorerebbe in alcun modo il long covid
Esatto. Quello che abbiamo visto, lo ripeto ancora, è che il long Covid, nella nostra esperienza, è stato studiato e trattato su una popolazione vaccinata nella quasi totalità, in linea comunque con la stratificazione statistica dei vaccinati in Italia, ed è naturale quindi avere un impatto in numeri assoluti su questa popolazione. Tranne in alcuni casi particolari tra i miei pazienti dove a tutt’oggi è difficile distinguere il long covid da una sequela collaterale al vaccino, l’inoculazione di vaccino come riportato dalla letteratura ha anzi avuto un ruolo protettivo su un importante campione da noi visitato in ambulatorio.
19003011 Bytes